Di sera

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Era una di quelle sere d’estate in cui le strade trasudano calore e le piante sono immobili. L’appuntamento al cinema all’aperto, però, era d’obbligo, in quanto seguiva dei rituali ormai consolidati: la voglia di mettersi carini nonostante il caldo insopportabile, la scelta della borsa più capiente per farci stare l’acqua e un frutto, il ritrovo alle 20.45 davanti al bar all’angolo, per poi andare insieme a piedi.
Era facile prevedere cosa ci avrebbe aspettato: nel campo da basket convertito a spartano cinema erano soliti mettere in fila delle sedie di plastica massiccia, scolorite a causa delle intemperie e dell’usura. L’odore di asfalto era così netto da sovrastare i deodoranti, l’acqua di colonia al bergamotto e le essenze di citronella per tenere lontane le zanzare.
La cosa incredibile era, però, quanto il buio della sera riuscisse a creare una bellissima atmosfera, rendendo quella vecchia corte parrocchiale una cornice perfetta per godersi un film leggero, in compagnia delle solite, confortanti, facce del quartiere.
Così, chiudendo gli occhi, respirando a narici socchiuse quell’acre odore di estate, rimanevo lì immobile sulla sedia di plastica, sentendo distintamente le estremità delle dita aggrappate al tessuto della borsa.
Era finita l’infanzia ed iniziata l’adolescenza. Lo dissero anche le stelle.

Di sera

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